venerdì 19 novembre 2010

Quando il governo si appropria dei meriti altrui

il teatrino delle marionette:



18/11/2010, ore 10:46 -
Le mafie e il teatrino del nulla del Pdl

di: Antonio Rispoli


E così ieri il Ministro dell'Interno Roberto Maroni si è presentato in TV accreditandosi il merito della cattura di un boss dei Casalesi del calibro di Antonio Iovine e sorridendo a 32 denti. Non una parola o un accenno al lavoro fatto negli ultimi anni dalla magistratura campana, ovviamente, o dalla Polizia, tanto loro non contano. Il merito è del governo, come ha sottolineato ieri anche il TG5 e il TG1, che hanno dedicato più spazio al governo che all'arresto del boss. Benissimo, tutto a posto... o no? Perchè c'è una cosa che vorrei capire. In cosa consiste il merito del governo? Non credo che Maroni o Berlusconi si mettano a pedinare camorristi e delinquenti vari. Quindi è escluso che il loro merito sia operativo. Escluderei anche che facciano riunioni con i magistrati delle procure del sud per decidere la strategia da utilizzare per arrestare questo o quel delinquente. E quindi niente supporto logistico. Allora dove sono i loro meriti? Parlando con alcuni sostenitori del Pdl, mi è stato detto che il loro merito è che hanno fatto delle leggi che aiutano ad arrestare queste persone. Però non mi hanno saputo dire quali leggi sono. Certo, non è stata la cosiddetta "finanziaria triennale", approvata a colpi di fiducia nel luglio 2008 e che colpisce severamente le forze dell'ordine, togliendo loro 3 miliardi di euro tra il 2008 e il 2010. Quella legge toglie anche 3,5 miliardi ai Tribunali italiani, rendendo molto più difficile anche il lavoro dei magistrati, dato che in molti Tribunali, soprattutto al sud, bisogna scegliere se avere la carta per la fotocopiatrice e le penne per scrivere oppure se pagare gli straordinari al personale (indispensabili per il Tribunale, che per lavorare bene non può avere orari); e che di solito rinuncia ad entrambi. Per far capire la situazione delle risorse che vengono riservate dal governo Berlusconi a chi cattura i boss della mafia o della camorra o della 'ndrangheta, raccontiamo velocemente alcuni episodi, che singolarmente potete trovare nelle notizie sul nostro sito. Per esempio, possiamo raccontare che i poliziotti che catturarono Provenzano devono ancora ricevere i soldi dello straordinario fatto allora per catturare il boss. Possiamo raccontare che la squadra catturandi di Palermo non ha neanche le auto in borghese con cui pedinare i sospettati, tanto che devono farsi prestare le auto dai parenti (quelli più lontani, altrimenti la mafia li becca) o dagli amici per il loro lavoro. Possiamo raccontare del fatto che contro la Polizia di Cefalù è stata avviata un'azione di sfratto (anche se di fatto è impossibile, trattandosi di una pubblica utilità) perchè non solo lo Stato affitta un edificio in nero e senza contratto, ma non paga neanche l'affitto. E quella stazione ha una èparticolarità molto significativa: ci lavora il vice questore Manfredi Borsellino, figlio di Paolo, il magistrato ucciso a via D'Amelio. Questo naturalmente senza contare la chiusura di numerosi posti di Polizia o stazioni dei Carabinieri nel sud Italia, in parte per mancanza di turnover (soprattutto nella Polizia, l'età media è vicina ai 40) e in parte per il trasferimento di Polizia e Carabinieri dal sud al nord. Ed ora, come ciliegina sulla torta, con la finanziaria approvata a luglio 2010, sono stati bloccati gli stipendi di tutti i poliziotti, i carabinieri e i finanzieri fino al 2014, anche se il Ministro La Russa ha a disposizione un centinaio di milioni con cui premiare i più fedeli (il che non vuol dire i più onesti o i più lavoratori).Allora, vorrei capire: quali sono i meriti del governo? Ho capito: sono nel fatto che, non approvando la legge sulle intercettazioni telefoniche, hanno permesso questo arresto. Infatti, con quella legge, trattandosi solo della caccia ad un latitante, non sarebbe stato possibile intercettare coloro che ruotavano intorno a Iovine; non sarebbe stato possibile mettere una microspia nella macchina di tizio o di caio per sentire cosa dicevano e se portavano cibo ed altre utilità al boss casertano. Il punto è che a loro basta dirlo e ripeterlo di continuo. La gente non si fa domande, crede a questo teatrino del nulla in maniera assolutamente passiva. Inoltre tra i giornalisti della Tv e di buona parte della carta stampata non ce n'è uno che sia uno che abbia il coraggio di fare domande che non siano degne di uno scendiletto, quando i membri del governo o della maggioranza si vantano dei loro (falsi) successi. A proposito di questo, un dettaglio: molti considerano l'arresto avvenuto ieri di Antonio Iovine un arresto ad orologeria. E' chiaro, non lo si potrà verificare mai. Segnalo solo un paio di strane coincidenze. La prima è il monologo di Saviano sulla 'ndrangheta (e si sapeva l'argomento sin dal venerdì precedente) durante la trasmissione "Vieni via con me". Il secondo è il fatto che alle 16-17, cioè 2-3 ore dopo l'arresto del boss, Berlusconi si sarebbe dovuto sedere nella poltrona dello studio di Matrix a fare il suo monologo di quanto è bravo lui e di quanto lo è il suo governo. Cosa che è stata annullata solo nella mattinata di ieri, cioè all'ultimissimo momento. Ed è chiaro che un arresto così complesso non lo si realizza all'ultimo momento. Basta ricordare un dettaglio: quando fu liberata Giuliana Sgrena, rapita in Iraq, fu Berlusconi a sollecitare che si preparasse una partenza notturna, affinchè si potesse dare la notizia del suo arrivo, con relativo successo del governo italiano, al più presto possibile. Si sa che al premier piace organizzare i colpi di scena, visto che trova milioni di spettatori ebeti e col cervello spento.

Riproduzione riservata ©




--------------



--------------
Il giorno dopo il video di Gianfranco Fini, interpretato da molti come una "retromarcia", giunge l'attacco del leader della Lega Nord Umberto Bossi: "Penso che Fini abbia paura del voto ma non è l'unico. Anche la sinistra ha paura - dice il Senatùr - Però mica può andare in giro a dire che ha preso paura".

Il filmato - La retromarcia di Gianfranco Fini arriva in videomessaggio. Il presidente della Camera ha parlato dal sito di Futuro e libertà alle 18 di giovedì pomeriggio, tendendo la mano a Berlusconi e al governo: "In Italia c'è una destra che è cosciente del grave momento in cui si trova il nostro Paese e che deve essere affrontato da tutti all'insegna della massima responsabilità". Inutile sottolineare che quella "destra" sarebbe proprio la nuova creatura politica di Gianfranco.

"Nel momento grave che stiamo attraversando", ha sentenziato Fini, "serve la massima responsabilità, in primis da parte di chi ha l'onore e l'onere di governare". Proprio quella responsabilità da cui, con la fuorisciuta della pattuglia futurista, il presidente della Camera ha cominciato a sottrarsi. "Vedremo nei prossimi giorni cosa accadrà", ha poi aggiunto, dopo aver chiesto al premier di "onorare gli impegni della sua agenda".

Gianfranco fa quadrato attorno al partito - "I militanti di Futuro e libertà non devono abbassare la guardia, ma anzi accelerare l'organizzazione del nuovo movimento, perché è arrivato il momento, per mille ragioni, di cambiare passo, di innestare una marcia più alta nel cammino di rinnovamenteo del nostro Paese". E' questo l'appello di Fini ai suoi militanti, dietro al quale si nasconde un atteggiamento meno aggressivo e spavaldo rispetto a quello di qualche giorno fa. Il presidente della Camera fa leva sul senso di identità del nuovo partito, come se avesse intuito che il giro del fumo potrebbe cambiare. Oggi infatti sia Silvio Berlusconi siaUmberto Bossi hanno mostrato ottimismo sul voto del 14 dicembre, e il piano di Fli per far cadere il governo potrebbe non avere un finale così scontato. Fini insomma ha cominciato a capire che potrebbe non avere i numeri per far cadere l'esecutivo, e con il messaggio video ha abbassato i toni dello scontro. Cominciano i tatticismi sul voto di fiducia.

La conferma di Menia - Intervistato telefonicamente dal direttore di Libero Maurizio Belpietro a Mattino 5, anche Roberto Menia ha confermato il riavvicinamento. "Il momento è difficile, dimostreremo responsabilità", ha commentato il deputato ex Pdl ora Fli e uomo di fiducia di Fini, confermando che la sfiducia al governo in programma il 14 dicembre è tutt'altro che scontata. "Futuro e Libertà ha rivendicato la possibilità di criticare, ma non siamo nemici del governo". E alla domanda sul futuro della legislatura, Menia ha scommesso: "E' un pronostico da 1-x-2, ma possiamo arrivare alla fine". Che non è a marzo, ma nel 2013.

"Forse Fini comincia a capire che Berlusconi è tutt'altro che bollito", ha subito inquadrato la situazione Fabrizio Cicchitto, il capogruppo del Pdl alla Camera. "Il rapporto con settori cospicui della società italiana rimane solido. Il governo mantiene forza in Parlamento e cambiare schiaramento politico è una autentica roulette russa", ha continuato Chicchitto. Che conclude: "Dichiararsi di centrodestra e condurre come è avvenuto finora una lotta senza esclusione di colpi contro la più grande forza politica di quello schieramento è una contraddizione grande quanto una casa. Non è accettabile l'intenzione di giocare al logoramento nel medio periodo".

Ironico il portavoce Pdl Daniele Capezzone: "Mentre vedo e ascolto il videomessaggio di Fini, mi ritrovo a pensare che Italo Bocchino, in tutti questi mesi, gli ha fatto più danni di Giancarlo Tulliani". Non si è fatto attendere il commento di Pier Luigi Bersani. Per il segretario Pd "avere senso di responsabilità significa prendere atto che il governo non è in grado" di proseguire le sue attività. "Noi andiamo avanti. Gli altri", ha concluso sibillino, "valutino quello che devono fare". Bersani insomma non nasconde un po' di delusione per la frenata che è arrivata con il videomessaggio di Fini.

Nessun commento:

Posta un commento